
Philippines Experience – nuovi interrogativi, vecchie paure.
Da dove cominciare…
Ieri siamo arrivati a El Nido dopo un ultimo e super intenso giorno di ricerche a Manila. Non ho scritto nulla a riguardo perché ci è voluto un po’ prima di metabolizzare il tutto e riuscire ad avere le idee più o meno chiare su ciò che è successo (meno che più in realtà al momento 😖).
Per fortuna un paio di giorni tra le bellezze di Palawan mi hanno rasserenata e ho deciso di condividere con voi gli ultimi risvolti della mia ricerca… nella speranza che possa essere minimamente d’aiuto a coloro che vivono gli stessi miei interrogativi.
Mercoledì mattina le suore sono venute a prenderci in hotel (come previsto sono venute con un pulmino bianco moooolto stile Sister Act 🚌) e, certificati in mano, siamo andati alla ricerca degli indirizzi lì scritti. Giá arrivati a Quezon City avevo il cuore che mi batteva all’impazzata… poi abbiamo girato l’angolo ed ecco la via, quella via che ho guardato e riguardato per anni su Google! 😱
Prima siamo andati nell’indirizzo di quella che doveva essere la levatrice che ha aiutato mia madre durante il parto… ma nessuno rispondeva a quel nome.
Poi abbiamo raggiunto il civico 29A… e lì suor Daisy é scesa dal pulmino per chiedere informazioni. Dicevano che era meglio che andasse lei perché parlava il tagalog e poteva essere meglio… e io sono rimasta ad aspettare 😣. Minuti… tanti minuti passavano e, mentre guardavo suor Daisy in versione investigatrice parlare con le persone a quel civico, io stritolavo il sedile dall’ansia e sorridevo provando a sdrammatizzare.
Poi lei risale in auto… nulla. La vecchietta con cui ha parlato vive lì da 60 anni e non ha mai sentito quel nome… il nome di mia madre.
Forse per orgoglio caccio via le lacrime dicendo che me l’aspettavo… che sapevo che al 90% sarebbe andata così…
Però lì è arrivato il primo pugno allo stomaco della giornata.
Decido comunque di scendere dal pulmino e fermarmi qualche istante di fronte quella casa. Volevo vedere con i miei occhi.
Suor Cecilia dice allora di non abbattermi, ci sono ancora due persone in vita che possono dirmi tutto, la prima é l’avvocato che ha seguito la mia adozione che però è in Giappone, la seconda la madre superiora che c’era in quel periodo e che di sicuro sapeva tutto non solo di me ma di tutti e 30 i bambini.
La scintilla si è riaccesa 😍… abbiamo provato a contattarla ma non rispondeva… quindi nell’attesa abbiamo continuato il giro per le periferie di Manila andando a trovare mons. Bitoon (in uno dei post precedenti ho parlato del nostro incontro)❤️.
Nel mentre… un colpo di scena…
Cercando su fb le varie combinazioni del nome di mia madre, scrivendo il nome completo risultante nel certificato suor Daisy ha trovato un profilo… un solo profilo con quel nome.
Una donna, più o meno della stessa età che dovrebbe avere mia madre, con tante foto di lei e la sua famiglia… un marito, 3 figlie (una più grande di me e due più piccole di me) e un nipotino.
……
……
Cazzo.
La prendo con “nonchalance” guardo bene le foto e non vedo grandi somiglianze tra lei e me… “naaa” non sarà lei.
Poi guardiamo bene le foto delle figlie… soprattutto della figlia maggiore.
Cazzo.
Lì la somiglianza c’è. Eccome.
Inoltre dal certificato di nascita risulta che lei già aveva un figlio prima di me… sembrerebbe combaciare….
Inizio a farmi due conti… ha tenuto la prima figlia… poi ne ha avute altre 2… perché avrebbe dovuto abbandonare me? Perché solo me? Quindi scaccio l’idea che possa essere lei. Anche se un tarlo in testa rimane e comincia trasformarsi in un ticchettio costante nella mia mente. Per fortuna latente, per fortuna non fa tanto male.
Finisce la giornata, torniamo in hotel e lì riprovo a chiamare la madre superiora..
Squilla. Risponde (Ripensandoci col senno di poi forse avrei preferito che non rispondesse).
Metto il viva voce per far sentire anche Stefano…
Le racconto tutto, lei già sapeva la storia perché suor Cecilia le aveva anticipato il perché del mio arrivo lì.
Conferma che mia madre era viva dopo il parto e che l’ha conosciuta…
(Sono andata a bere un po’ d’acqua prima di continuare a scrivere perché ancora non riesco a non avere i brividi quando ci penso).
Ha detto che mia madre voleva lasciarmi davanti al cancello dell’istituto… voleva andar via… poi però per fortuna l’hanno vista e le hanno chiesto per lo meno di firmare i documenti di abbandono.. di abbandono.
Lì sono iniziate a scendere le lacrime. In realtà non so perché, immaginavo che sarebbe potuta andare così, ma sentirlo confermare ad alta voce credo abbia creato un piccola crepa in me.
Mantengo il tono di voce tranquillo per continuare a parlare con la suora… per continuare a farle domande senza scoppiare.
Ha confermato che già aveva una figlia e che dopo si è risposata e ha avuto altri figli (cazzo altro match con la persona trovata su fb!).
E da lì… il colpo finale che mi ha messa ko.
“Sei una ragazza intelligente, lascia stare tua madre, NON ROVINARLE LA VITA.
Lei si è risposata e ha una famiglia, magari il marito e i figli non sanno di te e lei potrebbe perdere il loro rispetto… potresti crearle dei danni. Perché cercarla? Lasciala in pace. Hai visto i posti in cui sei nata giusto? Va bene così”.
Queste sono le frasi che ha ripetuto più e più volte… io non riuscivo a rispondere..
Ero in apnea. Stefano mi guardava mentre lacrime silenti sgorgavano dai miei occhi mentre rispondevo in maniera gentile “capisco. Si in effetti può aver ragione”.
“Promettimi che la lasci in pace. Prometti di non cercarla”.
….
Le parole escono da sole:
“Glielo prometto”.
“Ti voglio bene Elvira, sei una brava ragazza”.
Finisce la conversazione.
Stefano era già pronto ad abbracciarmi mentre io crollavo sul letto.
Credo non si possa descrivere ciò che ho provato in quel momento.
Non so se ad avermi fatto più male siano state le sue parole, la tranquillità con cui mi abbia detto quelle cose… oppure semplicemente il fatto che… avesse ragione.
Per 30 anni… per tutta la mia vita non ho fatto altro che pensare alla mia voglia di sapere di lei, di conoscerla, anche soltanto per ringraziarla per avermi donato la possibilità di una vita stupenda anche se lontana dalla mia terra. Anche se lontana da lei. Non ho mai pensato ad altro. Non ho mai visto le cose da quest’altro punto di vista. E se fosse vero?
Se cercandola e trovandola andassi a rompere quell’equilibrio che lei magari ha costruito con fatica in questi anni? Se il nostro incontro le rovinasse il suo presente? Io non ho mai voluto essere invasiva nè pretendere chissà cosa da lei… soltanto farle sapere che sono viva e felice, che non mi manca nulla e che per questo devo ringraziare anche la sua scelta.
Ma se la mia fosse solo una visione egoistica delle cose? Se invece dall’altra parte c’è solo voglia di andare avanti senza guardarsi indietro?
Ovviamente non ho chiuso occhio per 2 notti e questi giorni sono stati con il cuore diviso tra l’eccitazione di visitare altri angoli della mia Terra e questa spada di Damocle sulla testa che mi tormenta.
Non so cosa fare. Non so veramente cosa fare. Continuare a cercare o magari far sì che l’aver visto tutto questo “mi basti” per essere a posto con la mia sete di scoprire le mie origini?
Già il solo esser qui, il solo aver visto quella via… l’istituto, quelle stanze… mi ha donato una gioia immensa e posso dire di poter tornare a casa con metà cuore colmo di orgoglio. Nonostante ció, spero che la piccola crepa che si è creata nel mio cuore non cresca… non si trasformi in rabbia, rancore o chissà altro di negativo.
Respirerò questa bellissima atmosfera filippina per ancora alcuni giorni. Girando per le isole avrò modo di divertirmi, rilassarmi e provare a schiarirmi un po’ le idee.
Chissà magari deciderò semplicemente di tornare a casa con un sorriso sulle labbra e ricominciare la mia vita, oppure deciderò di continuare su questa strada andando fino in fondo.
Dopotutto a prescindere da questo la storia non finisce qui… una volta tornata in Italia avrò ancora 28 ragazzi da trovare! ❤️
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